mercoledì 25 gennaio 2012

Nella storia della scienza moderna Cartesio occupa un posto centrale. Le sue opere furono condannate ben due volte, prima nei paesi bassi (sinodo di dordrecht 1656), poi dalla chiesa cattolica (1663), ma verso la fine del secolo si affermarono in tutta Europa.
Lui nacque nel 1596 a La Haye, a dieci anni fu spedito in un collegio gesuita (non uno qualunque, ma il prestigioso collegio di La Havre), e a ventidue ne ebbe talmente piene le p***e che decise che per il resto della vita avrebbe viaggiato di corte in corte in cerca di "esperienze diverse". In effetti si arruolò in due eserciti (quello di Maurizio di Nassau e quello dell'Elettore di Baviera), e si affiliò alla famosa sètta dei Rosacroce, spostandosi in Boemia, in Ungheria, prima di ritornare in Francia, poi andare in Italia e infine stabilirsi in Olanda.
Morì a 50 anni a Stoccolma, dove aveva raggiunto da poco la regina Elisabetta, per aver contratto la polmonite.

Come dicevamo, Cartesio diede un gran contributo allo sviluppo della scienza moderna.
In ambito matematico introdusse la possibilità della trattazione algebrica dei problemi geometrici (tradotto: il piano cartesiano) aprendo una porta incredibilmente feconda di soluzioni anche a problemi fisici come la determinazione della parabola di un proiettile, o della sua velocità in relazione al tempo e allo spazio percorso (che però non fu lui a trattare).

In ambito "fisico" rovesciò apertamente le impostazioni di Mr. Copernico e Mr. Galilei, affermando non solo che i corpi non sono assolutamente portati a muoversi circolarmente, bensì in linea retta, ma anche che il moto dei suddetti non c'entra niente con il loro mutamento, come sembrava evidente ad Aristotele, poiché esso è sullo stesso piano ontologico della quiete.

Per cui il mondo fisico di Cartesio venne fuori come un miscuglio di due soli ingredienti: movimento e materia. E dal momento che la materia coincideva con l'estensione, e l'estensione con lo spazio, e lo spazio con lo spazio euclideo, ecco che in un paio di passaggi l'universo era divenuto geometria realizzata.

Purtroppo è anche vero che i suoi Principia philosophiae non contengono neanche UNA formula matematica, ed è stato rimproverato al grande filosofo di aver sviluppato una fisica "immaginaria" più attenta a rispecchiare la geometria secondo l'impostazione di Cartesio stesso, che a seguire il cosiddetto metodo sperimentale, oggetto delle future attenzioni e cure di Isaac Newton.
Dal momento che, però, sembra che la scienza moderna debba più all'analisi e all'astrazione che alla generalizzazione di osservazioni emiriche (pensiamo a cose come la capacità di astrarre dalle qualità sensibili, o dall'esperienza immediata), pare anche doveroso dare a Cartesio il riconoscimento che si merita, per aver identificato materia, spazio, geometria e matematica.
Più genialmente astratto di così non poteva essere.





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